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Fede perduta

Caro Dio, che non ci sei.

Stanza vuota nell'ultimo piano del palazzo del desiderio umano
Statua sempiterna attorniata da fiumi di lodi
Vocabolo creato da chi reclama di essere stato creato da te
Inutili parole ti ho regalato
Inutili fatti ti ho pregato di comprendere
Inutili desideri ti ho chiesto di esaudire
Non c'era nessuno ad ascoltare
Nessuno a capire
Nessuno pronto ad agire
Solo io, intriso dai meccanismi della collettività
Dalle invenzioni umane volte a dar significato alla strada dell'uomo
Il quale è troppo soggiogato dalle pastoie della paura
Costretto in buona fede ad innalzare enormi fondali da palcoscenico
Volti a coprire il tangibile orizzonte del mondo.

Oggi per te ho soltanto del sarcasmo, un accenno di mestizia
E qualche bestemmia.

 

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3 commenti:

  • Germano Venturi il 11/07/2011 16:14
    Grazie mille per la comprensione.
  • Alex Zatta il 11/07/2011 03:42
    é proprio questo che la fede ci impone, di credere in qualcosa in un momento di disperazione, bisogna credere solo nelle proprie forze e nelle speranze che solo noi possiamo rivendicare, invece di arrabbiarci e di impuntarci per ottenere cio che davvero ci spetta la religione ci anestetizza e ci rinchiude in una più totale sottomissione verso qualcosa che non è tangibile e che spaventa la maggior parte delle persone che invece di usare il cervello prega! Concordo il pensiero e la poesia...
  • Francesca La Torre il 08/07/2011 21:54
    Bello il concetto e ben espresso, anche molte volte ho pensato cio' che tu hai scritto, ma sempre in momenti di rabbia, poi in quelli di disperazione sono comunque credente.

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