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la mia terra nella fredda stagione e chi fu il mio lui

il mio lui
fredde vie infreddolite
svirgolano tra angoli bui
il mio lui,
sgattaiolava lontano
oltre i fichi d'india
lontano da me
il vomere qui brucia il sole
e gli scialli delle comari
che abbracciano lamenti d'emigranti
dove futuro, passato si intrcciano
e tutto e
pietra miliare
mi guardò negli occhi
e fu balenio di codesti
e poi
cingoli di trattori
inno di spighe a cieli pieni di tradizione
la mia terra
terra trattata
come carta straccia
che si accende
al caldo brontolio dell'etna
che sogna una nuova aurora per sua figlia.

 

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7 commenti:

  • Anonimo il 14/05/2007 09:39
    Io trovo un delizioso lamento in una campagna piacevole. OK
  • celeste il 13/05/2007 20:54
    non trovo niente di triste. ne alcun lamento. Un rinnovamento e una grande
    speranza, si. Nel mio piccolo
  • laura cuppone il 13/05/2007 13:54
    bellissimo lamento, trstemente vero... L
  • Claudio Amicucci il 13/05/2007 00:15
    Vale anche per te! Mi piaci quando descrivi la tua terra, che conosco e amo anche se oggi viene calpestata e maltrattata
  • roberto mestrone il 12/05/2007 20:39
    Stupenda lirica...
    Tra le variopinte pennellate di scene campestri, sei riuscita ad inserire prepotentemente, ma con dolcezza, la triste realtà di oggi inerente l' ecologia e i suoi valori calpestati(terra trattata come carta straccia...)
    Veramente brava..!!!
    Ro

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