Ho provato a varcare quel cancello
con la mente
Ma ci sono riuscito soltanto
con gli occhi
dal cavalcavia dell’autostrada
che porta verso il mare
Dietro di me auto veloci ignare
di sorvolare un mondo di cemento
pieno di storie troppo simili
Ho guardato giù e ho visto
volti ingialliti
mani rugose
sorrisi sconfitti
pozze di povertà
dolore
tristezza
risate spezzate
di bambini con gli occhi grandi
che giocano come tutti gli altri
senza sapere che solo loro non avranno futuro
Saltano nell’acqua sporca
con stivali di plastica rossa
che fanno a botte con i colori
della miseria
Circondati da case che si specchiano l’una nell’altra
Anonime e silenziose
dolore
tristezza
risate spezzate
di un mondo abbracciato a piloni di pietra
che lo lasciano in ombra
nonostante un sole che non fa preferenze
dolore
tristezza
risate scordate
degli uomini che tornano a mani vuote
con un pezzo di pane al posto del cuore
Nomadi
nella loro città
periferia della vita
Nascosta in un angolo perchè nessuno possa vedere
che il mondo
è ferito.
Quando il sole se ne andrà arriverà
una luna che sa già cosa fare.
La guarderanno negli occhi
Lei renderà loro un sorriso.
duccio monfardini
9/5/07
Dedicata ai nomadi del campo ROM di Firenze.
Forse potrei fare di meglio che scrivere una poesia, ma cosa?