poesie » Poesia sulla vita » Frullare d'ali
Frullare d'ali
(... è meglio un pieno imperfetto che un vuoto perfetto.)
-Il frullare d'ali di una mosca contro un vetro,
l'ottuso battere sordo contro una luce solida.
Sento il tedio di un ritardo continuo
la sigaretta dà la nausea e toglie l'appetito
ed esco quando le strade sono vuote.
Vorrei che qualcuno mi baciasse, qui dove duole di più
dove nessuno è salvo.
-A noi non sono bastate le promesse della giovinezza
semplicemente perche non sono state mantenute.
cosi mendichiamo al tempo proroghe inutili
ma ormai le scuse non hanno più nessun effetto.
-... e i ricordi restano nel cuore
come la voce morbida delle onde
vinte dalla sabbia,
un mare stanco,
un infinito d'acqua in cui ho sete.
Osservo il disordine della mia stanza,
gli abiti usati e mal piegati,
abbandonati a ricoprirne altri da prima ancora dimenticati.
cosi come tutto ciò che è stato,
ricordi su ricordi sgualciti e ammucchiati...
L'alibi del tempo che ancora resta è l'alibi più feroce per il delitto più imperfetto,
il delitto di questo presente.
-Succede di perdersi
nell'aria immobile
in un punto in cui le strade
dimenticano i luoghi da cui provengono
in un lembo di mondo
che non assomiglia più a nulla di noi
rapiti come polline da un vento d'africa,
confusi e storditi in nubi di sabbia.
Questa è la tempesta in cui mi trovo
-D'inverno le mosche stordite non volano, non fuggono,
camminano lente, nere, facili e muoiono,
così come il mio coraggio
sordo nero e fragile.
Ho ripreso il lavoro, quello che non fa pensare
quello che divora i sensi, che stanca i desideri.
L'alibi degli impegni a un orario fisso,
lasciare ogni decisione al girotondo d'ingranaggi.
Non avere un minuto da perdere per paura
dell'ozio, per paura di piangere o di amare forte.
... e l'ingranaggio continua a girare e il futuro a tradirci.
-È questo l'imbroglio del tempo: l'attesa.
Si porta sempre via qualcosa di eterno,
in ogni attimo,
come una ferita aperta,
come una piaga che non smette di sanguinare,
un inverno da confondere in gesti ripetuti milioni di volte.
-Il mio è un paese dove si sente il fiato caldo
delle rocce, dove le case hanno artigli
per tenersi salde al fianco della collina
vicoli improvvisi, profondi e continui
come crepe sul fango secco.
Cammino svelto, a memoria, quasi inciampo
sulle pietre di un ciottolato antico, che rigermoglia
dall'asfalto vecchio e sgretolato, non ricopre più
ciò che già esisteva, ciò che poi riemerge,
sepolti in un coma di piombo.
Rientro a casa e non trovo nessuno
neanche nella cassetta delle lettere, ormai
comunque non scrive più nessuno.
-Ho un cuore secco e nudo
e su una tela dipingo il mio futuro
come un PIENO perfetto
in questo istante di VUOTO perfetto.
-Ricordo com'erano i sogni,
una città senza porte,
una piana senza strade
ma adesso resta il vecchio dipinto di un futuro trascorso,
una rabbia inutile,
non so più immaginare
e non avrei dovuto
intanto che il presente si occupavava di scorrere
in passi lenti senza passato nè futuro
semplicemente presente.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Sei un grande come sempre :*
- bella riflessione bravo-a
- Una poesia-riflessione nella quale mi ci ritrovo. Mi è piaciuto molto leggerla e imprimerla nel cuore.
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0