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Un morto di fame

Ogni mattina alle 7:
Davanti ai cancelli della fabbrica
sempre le stesse facce,
sempre le stesse occhiaie,
sempre la stessa miseria.
Andavo a prendere gli spiccioli
di un lavoro che non volevo.
Una laurea in Lettere appesa come carta da parati,
uno stipendio da cani
e cinque bocche da sfamare.
Un marocchino si avvicinava
e mi chiedeva due spiccioli
- Smettila di stare qua,
vai a lavorare!-, gli dissi.
Dopo 3 anni chiusero la fabbrica
e rimasi senza lavoro.
Fuori dal cancello il marocchino vendeva bibite.
Avevo sete e solo due spiccioli in tasca.
Con l'orgoglio in gola pensai
che non avevo poi così tanta sete.

 

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2 commenti:

  • Bianca Moretti il 28/07/2011 11:20
    Tristemente attuale... proprio quando pensi che dopotutto c'è chi sta peggio di te... ti accorgi che sei tu quello con le pezze al culo...
    Sempre più grossa la fetta dei disoccupati senza futuro e dei laureati senza speranze di applicazione...
  • Ada Piras il 28/07/2011 10:22
    Bella fa pensare.

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