Ci chiamarono italiani
carne inutile
usurpatori imperdonabili
di spazi che non ci permisero
di considerare come nostri.
Non ci definirono slavi
non ci definirono
nel solo modo in cui dovevano:
uomini.
Un solo pensiero
ha invaso le loro menti incancrenite
seppellire per sempre
con i nostri corpi
la nostra storia
le nostre speranze
la fierezza incontaminata
della nostra bandiera.
Gridammo mille nomi
Belgrado, Picich, Bregovizza
ma nessuno ci rispose
nessuno sapere volle
dove fossimo
nessuno ascoltare
il fruscio incandescente
della nostra dignità
che proveniva dalle buche profonde
in cui costrinsero le nostre esistenze.
Ci marchiarono indelebilmente
come partigiani
indegni di chiamarsi partigiani.
Istria e Dalmazia tacevano
come due cartoline insanguinate
fummo soli a udire
lo stritolarsi lento e inesosabile
della maestà dei nostri respiri.
Di noi quella terra avvelenata
si compiacque di cancellare
ogni minima impronta
perchè non fossimo più neppure storia
perchè non ci fosse consentito
di diventare memoria.
Il nostro rivivere
sarà il vostro ricordarci.