C'è una lieta speranza
in fondo al cuore dell'uomo che vive,
vogliosa di uscire,
sa che il mondo è troppo ruvido per ospitarla.
Desiderosa di scivolare
sotto i fiori e sopra gli alberi delle foreste,
sa che ciò la ucciderebbe senza fare alcun rumore:
si taglierebbe a squarci neri sulle spine delle rose
e finirebbe assiderata sotto i cieli congelati
di gelidi fuochi purtroppo lontani.
E allora la speranza resta in fondo al cuore e lo riempie,
e lui non riesce a dare spazio ad altro
per poterla tutelare,
rassicurare,
invogliare a restare com'è.
Ma il cuore dell'uomo che vive è fatto per morire,
e una lieta speranza infine lo condurrà alla morte
ma lo terrà al sicuro per il viaggio di ritorno.
Con ovvia riconoscenza infine lo guiderà nei cieli freddi,
e dopo avere oltrepassato il mondo e le sue acque
la speranza e il cuore danzeranno a piedi nudi,
dimentichi del tempo e della vita,
sulla punta più lucente
della stella più lontana e variopinta del firmamento.