Luci lente,
dondolanti,
risalgon la collina
all'imbrunire.
Più strette,
or disseminate,
poi ancor compatte,
una lunga serpe informe,
viva, di mille respiri,
s'aggroviglia e si snoda,
s'allunga,
s'affina,
più vicina alla chiesa.
Un rintocco stonato,
poi un altro,
un terzo ancora.
E la chiesa l'inghiotte,
la viva serpe
vestita di luce.
E s'alza il canto,
l'inno solenne,
la stella s'accende,
arde nel buio
intimando speranza.
E anch'io nel cuore
m'unisco al canto
osando chiedere
che sia Natale.