inesorabile amico disonorato del vuoto
l'ascensore prosegue la sua salita
tra un piano e l'altro
del silenzioso buio
ma la rotta è devastante
caramelle e sangue eccheggiano
nella tromba delle scale del tempo
dove il vuoto è padrone di questo eco
fissando lo specchio che ad oggi
riflette solo la parte viva di me
vedo un nero rischiarato dalla luce
dove v'è una lampadina accesa
che riflette soltanto il colore
di veleni e di stimoli assurdi
mentre l'ascensore prosegue dannato
verso un nuovo inferno nato ieri
vedo dal vetro appannato
la solitudine disperata di qualcuno
l'allegria demenziale di qualcun'altro
o semplicemente pianerottoli deserti
dove l'assenza si prospetta malvagia
e il rimorso malinconico del mio tempo
rinasce in un grigio autunno estivo
dannato verso l'atroce inganno del burattino
salgo e scendo lentamente
rivedo scorrere mari e fiumi di sfinimenti
ma allora aiuto non chiederò
in una discesa abissale
quando arriverò al piano giusto
conterò il tempo al contrario
in un orologio fermo
e fisserò il vuoto dentro ad un bicchiere
mentre qualcosa starà divorando
un'utopia fantasiosa e finta
come i volti che ricorderò nei piani del tempo
e che scorderò una volta perduto nel vento
vento di insanità, vento divoratore
portatore di un mero errore
scarteremo assieme le caramelle del tempo
verso un nuovo viaggio oltre al tutto.