Fedele ormai alla terra,
scevro d'aneliti infiniti,
sotto un cielo di stelle
che di rado son poetate,
è portato inesorabile
dalle onde del niente
questo secolo estraneo
ad uno spirito antico,
al mio essere inguaribile
malato d'assoluto.
Il Cortese sottolinea una cruda realtà: pochi di noi, forse anche il poeta, staccano lo sguardo dalla terra "un cielo di stelle che di rado son poetate"; una considerazione che dovrebbe farci riflettere. Forse conosciamo le magnifiche facciate dei palazzi della nostra città? Decisamente "no"; il nostro sguardo non si distoglie dalle vetrine: e la strada, la terra ci attrae, ci attrae più del cielo! Le "onde del niente" sono più allettanti e il valore dello "spirito antico" muore, ma non per Maurizio. Questi suoi dieci versi ne valgono più di cento, perché riassumono in pochi spunti qualità e virtù di questo secolo totalmente "estraneo" allo spirito. Ritengo che quel "malato d'assoluto " sia stato ampiamente spiegato e appare palese e minuzioso il sentimento che il poeta voleva partecipare.
Anonimo il 17/08/2011 16:28
Guarda... non mi "entusiasma" perché non motivi a dovere il tuo desiderio di assoluto, ma è scritta bene, scorrevole. Bravo.