poesie » Filastrocche » Filastrocca del treno italiano
Filastrocca del treno italiano
Filastrocca del treno italiano,
che sale il monte,
che scende il piano,
che va lontano
che va vicino,
che corre forte,
che corre pianino,
che a volte vola,
e a volte... s'invola...
C'era un treno che andava a Napoli,
che credeva all'amore dei popoli,
ma un giorno vi salirono tre scapoli,
dicendo: ce n'è uno uguale a Forlimpopoli.
C'era un trenino piccino piccino,
e un passeggero era all'altro
vicino vicino,
tanto che ognun diceva :
più che un treno
pare un comodino.
C'era un treno che girava il Vesuvio,
ne aveva pure parlato Vitruvio,
correva pure
in mezzo al diluvio,
(lo aveva inventato Giove pluvio).
C'era un treno che dai campi flegrei
faceva dei giretti
bei bei bei,
e tutti s'affacciavano diletti
per veder che cosa,
non lo sa né lui né lei.
C'era un treno lungo come una colonna,
sul quale non saliva mai una donna,
di quella donna non se ne importava niente,
ché ce n'erano già tante,
tra la gente.
C'era un treno gentile
e assai cortese,
che era di larghe vedute e corte pretese
la gente lo aspettava sul pontile,
ché più che un treno
pareva un mercantile.
C'era un treno senza controllore,
la folla lo aspettava ore ed ore,
prendeva solo quello
e quello solo,
così, diceva, il viaggio
è proprio a mio favore.
C'era un treno che partiva in ritardo,
perché c'era salito un leopardo,
che di cervello
era piuttosto tardo,
perciò era salito sul treno
che partiva in ritardo.
C'era un treno carico di pii desideri,
ma nessuno gli credeva
e i musi erano neri,
dicevano : quando farai pensieri seri,
o triste treno dei pii desideri?
C'era un treno che sui binari filava,
aveva il vento in coda
ma non ne approfittava,
se ne stava lì seduto,
e, poi, s'addormentava.
C'era un treno che partiva solo solo,
fischiava a più non posso
e poi s'alzava in volo,
ma un giorno un tale lo prese a nolo
e lui, per dispetto,
non si alzò più in volo.
C'era una volta un binario lungo lungo,
tra le sue sponde era cresciuto un fungo,
allora quatto quatto, zitto zitto
se lo affettò un po' poi,
se lo fece fritto.
C'era un viaggiatore senza treno,
perché d'attendere
voleva fare a meno,
un dì ne passò uno di buone maniere
che disse : sali al volo, ché son senza freno.
C'era un passeggero
con un gran baffo nero
ma di peso assai leggero,
se ne stava attaccato al finestrino
e, alla fine, pareva un volantino.
C'era una stazione assai elegante,
prima d'esser così
ne avea passate tante,
e tante e tante,
poi era venuto un tale che pareva un fante
che disse : ora ne faccio una stazione assai elegante.
C'era una volta una ferrovia,
con a fianco una funivia,
l'una portava al monte,
l'altra al piano,
entrambe camminavano pian piano.
C'era un treno che andava dovunque,
portava solo la gente qualunque,
che discuteva ognor con chiunque,
e diceva : dunque, dunque, dunque.
1234
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0