Trecento code di gatto
appese allo specchietto retrovisore
dell'auto di un padre ubriaco,
schiamazzi e scazzotate
sul ciglio della strada per un paradiso
perduto e mai trovato.
Non passano più tram
e i treni deragliano in lunghe code di ritardo:
sudo sulla pansilina che s'affaccia sull'abisso
e senza particolare desiderio
lascio precipitare una pepita d'oro
oltre l'orlo frastagliato
dell'inferno prossimo al collasso.
Acqua stagnante risponde chiamndomi per nome.