Dovrei abbattere il muro del pregiudizio che ci separa.
Conoscerti per quello che sei,
non per quello che io immagino tu sia.
Non ci riesco.
Troppe volte vittima del pregiudizio,
ho imparato ad applicarlo
prima a me stessa
poi agli altri.
E non riesco( o non voglio?) a disattivare
questa applicazione.
Non ci riesco.
Avrei bisogno di un buon informatico,
un programmatore
che metta in ordine
il mio elaboratore cerebrale
d'informazioni.
Non lo trovo.
Trovo solo e sempre
uno schermo su cui scrivere
le parole che a te non dico
e che non dirò mai.
E la notte, così affamata di te,
mi diventa così indigesta,
così dilaniata dal dilemma
se morire di solitudine
per la rinuncia che faccio
della tua presenza
o dell' ossessione che ho di te
(del poterti incontrare)
(del poterti parlare)
(del poterti toccare)
e che non plasmo mai
in realtà
(Dovrei prendere una decisione,
a riguardo)