Quale madre non china lo sguardo
se l'occhio supplice del figlio
attende invano un lampo di pietà,
se impotente sconta la pena
della volontà di nostro Signore,
perché così è stato scritto
nel diario dell'umanità.
Nella scia confusa di luce
bianca è la tua pupilla o madre
come velo di sposa innocente,
celeste è lo sguardo del figlio
spinto ai confini del mare,
docile guscio che affonda
nell'acqua appena venata
dove l'onda sonda il suo male
nero come il bitume che l'assale.
È forse un sogno o un'utopia
contare i petali d'un fiore,
strappare al ladro che fugge
la nostra coscienza implume
e correre tra le braccia di Maria?
Tra madre e figlio non scorre
né la vita né la morte
ma il fluire eterno del tempo.