Sei luce nelle tenebre
e rimani al buio.
Sei la voce della speranza
e intorno non vedi che pianto.
Sei la forza dei giusti
e lasci gli assassini impuniti.
La Tua persona perduta cammina
nomade nel tragico andare
foglia nell'autunno che sogna
il ritorno alla primavera.
Voli alla meta fugiasco
e attendi proteso all'altare.
Ti ferisci tra cocci aguzzi
disseminate mine vaganti,
il Tuo popolo ti ha rinnegato,
sanguini come un capretto
mandato al macello
e non ci sarà il miracolo
di Abramo e morirai
nella indifferenza dei più
e rimpianto di pochi.
Eppure qui è il paradosso,
sulla soglia della disperazione
sillabi per ognuno il suo nome
squarci il cielo come Fetonte
precipiti sulla terra e la bruci
in un ultimo atto d'amore.