La brocca d'acqua
nella bianca ceramica
al centro del tavolo
d'un pranzo quotidiano
disseta la bocca.
Riemerge l'arcaico gusto
sotto papille e saliva
nei trascorsi primordiali
dei sensi di vita quando s'è schiusa,
fontana vitale necessaria.
Ma l'acqua non è più per tutti.
S'assetano labbra
fra tele assassine
e stelle dorate
vendendola a rubinetti
dell'oro nero, rubano
il diritto primo:
dar da bere agli assetati.
Diritto è di vita, assoluto
sacrosanto per ogni uomo.