E sotto questo tavolo...
quante gambe lunghe e nude
nascoste da stoffe
e tacchi lunghi e sottili, bassi e squadrati
e questo velo che rimanda ombre grigie
e il metallo
si confonde con le corde della gola
in mille note acute, rauche,
dolci, stonate, sovrapposte
ed è freddo sulla pelle che arriva...
ma non può esserci altro luogo
in questo moto inaspettato e avvolgente
penetrante e deliranate...
no non è momento di parto...
non è momento...
forse il buio prolungato
pieno di fantasmi e contorni sfumati
finirà con le palpebre alzate
e gli occhi finalmente
con sostanze purificate
attraverso lo specchio
vedranno