Ogni giorno la stessa scelta di tenerti stretta,
ho cercato infinite volte la tua essenza che sfugge, che ormai non lo so più;
mi sbatti l'anima a terra così forte, e ancora,
ma rimane sempre qualcosa
ne rimane sempre un fiato.
Siamo nati in una pozza di fango
e ci ritroviamo dentro una fiamma che arde,
che non si capisce, che ancora non voglio capire.
Ora prendi le mie mani e le porti a te,
così i tuoi occhi diventano i miei,
la tua bocca la mia,
il tuo ventre il mio
io il tuo schifoso gioco.
E il mio bisogno d'un tratto si placa, soddisfatto dalle tue parole mute
prima così dolorose, così spaventose che non ricordo più.
Ecco,
di nuovo l'ennesimo inganno;
ecco,
ancora la sagra dell'ingrosso
eppure, adesso non mi frega più,
eppure adesso, nulla più,
se non che sei qui.