E una voce, una voce aspettava
che tradisse i suoi gesti, ogni notte
tra le pieghe dei ricordi
e quelle piccole allucinazioni
che pretendono di essere rimorsi.
Ma c'è di nuovo che ora si fida di sé
e non c'è rabbia, ma dolore
c'è di nuovo che lo stiva
in una botte, ed ognuna ha nome
di donna, di sogno,
di ninfa, d'inganno
ed odorano l'una di zolfo
l'altra di affanno.
Nutre l'una del suo sguardo risorto
l'altra del ricordo mai morto.
Ora che le notti non gridano
e mai più lo faranno
solo spera nel perdono
e nel ritorno di
quell'agrodolce malanno.