Ferite salate
sono quelle che mi lasci:
non si rimarginano,
si infettano,
creano una voragine dentro me
che oscura tutto il buono tra noi.
Sei sul baratro,
in equilibrio.
Amare è un imperativo costante,
non muta da istante ad istante,
da gesto a gesto.
Il cuore lo pronuncia,
non la bocca.
Non dire
se non agisci,
non involgarire
quelle tre parole.
Stai perdendo
l'equilibrio.
C'era speranza
nella parola
con cui ti chiamavo.
Speranza
in ciò che dovevi essere,
speranza
di potermi accusare,
speranza
di poter curare le ferite,
insieme.
C'era.
Il silenzio
l'ha uccisa.
Ora hai perso
l'equilibrio.
Qualcuno
ti ha spinto.
E mentre precipiti
quella mano assomiglia
alla tua.