Tutto quello che immaginate…è frutto di follie del passato.
Trasciniamo le gambe lungo un pavimento di specchi…
…noi esseri folli…
Agitiamo le nostre braccia in una palude fangosa e sconsolata.
E tutto intorno è immacolato.
Gridano i nostri avi,
in un passato presente…
che assassina di urla il futuro; ricordandoci la strada vergine
in fondo al desiderio diretto di morte e agonia.
Amiamo la morte.
L’ombra che tutto avvolge e porta via.
Le sofferenze…
L’ombra che riflette una luce funerea.
Luci ed ombre…
…incontaminate, pertinenti.
Adoriamo la morte per approvare la vita.
Ascoltate gente…
Ascoltate il vibrare di organi vitali.
Ascoltate il battere e levare…
del mio squilibrio mentale.
Siamo germogliati nel deserto.
L’uomo tetro è seduto ad ascoltare
quel vento…
…quel soffio perturbatore
che nelle mie visioni trasporta zavorra.
Sangue e ombre sulla sua pelle…sangue e orrore.
Colpisce sua madre alla gola,
ed un fiato di assurdità ne esce confuso.
Pazzia, violenta strage…
sogno dell’ignoto.
Ignoto.
Chiudete l’antro dell’uomo ignorante,
la sua prudenza è risorta.
Dietro non c’è più redenzione,
non c’è pentimento…niente altro.
L’albore della morte…sovrasta valoroso…
L’oscurità del suicidio.