In un deserto senza nome e senza fine
Noi chini a raccoglier le spoglie,
in boccia di rose o di spine,
dei nostri antenati;
scopre e discerne l'orme sabbiose del tempo,
il sole,
sussurra, il vento, un cantico
nuovo,
null'altro che vane parole.
Come ignorar quell'acqua d'argento
che invita,
di oasi dagli esili palmi
ricolmi di frutti?
Sabbia, sterpi e ruvide pietre...
miraggi...
è ciò che preda gli sciocchi
al viaggio di Tutti,
la luce su d'essi già cala i suoi raggi.
Mai cadere alle insidie dobbiamo...
ma sempre insieme andare
stretti per mano,
verso laddove ora
quel sole che muore
dipinge un rosso nel cielo, ch'ispira
profumi di fede e d'amore.
Nel giorno che è oggi mai più
lasciare possiamo
ai Noi di un domani
un deserto di fragili orme ed
ombre dai tetri ricami:
che essi riposin sereni su verdi pianure
adorne di fiori,
di noi padri vivan felici ricordi e
non più simili orrori.