A ritroso vacillo
nella giungla di cuori e cervelli
parola muta che s’infrange
ricadendo sotto il peso
di molte lunghe sere.
Sere dense
come pozzanghere fangose
umori liquefatti
in un abbraccio infinito.
Tu mi guardi e, piano, sussurri
- di traverso dilegua la vita -
“Dove corre il futuro, stella,
che più lo insegui
e più ti lascia indietro?”
E ancora ci sospinge la notte
e sempre vaghiamo incerti
oltre sentieri sconsiderati.
Ci prendiamo.