Vado a lavorare con in testa
ritagli.
Fredda la porta a vetri
l'erba del giardino
i grossi ovai delle rose.
Rumori di caffè nero
nella prima alba urbana.
La notte non cede al mattino
la notte è duro cobalto.
Il bus
grande involucro scuro
punta fari accesi
sulle anime.
Restano immobili i pensieri.
Grandi ventri di camion
ci sorpassano
con tracce di notte
e cherubini.
Venezia di prima mattina
è
vino fresco su labbra tagliate.