T'immagino lucertola
spampanata al sole,
senza coda strisciar sul costone,
della prima crepa color caramello,
lì e poi là,
spenzolando t'anfratti nella paranoia.
Sì,
ha un colore quell'intonaco,
era pietra d'antica fornace,
quando ardeva,
di soppiatto mani amorose
stendevano fior di cannella
e si spandevano gli aromi.
Un dì eri polline della mente,
una vera ragione non c'era,
eri il bello d'un pensiero,
fervor di sentimento,
ma strisciavi,
svicolavi,
aborto di idee sublimi.
Quell'aggrumo di pesto ammuffito,
espelli di bave vitali,
neppure la pioggia lo scioglie,
non è è più color caramello,
ma sfumate di ragano bastardo.
O OPLÁ
un salto nel blu
e code di stelle sparpagliano nuance,
chiara si fa la cometa dei re magi,
è ancora trasudare per un po',
ma poco,
poco, poco,
un grezzo, bifolco, spadroneggia,
avverto del cuore il pulsare,
non affascina,
è un misantropo,
ma le anime, per mano si tengono.