Sogghigna
la cellula annientatrice
sul mio corpo sbranato dalla debolezza
neppure più la forza possiedo
di gemere sulla mia immagine smarrita.
Danzano intorno al mio sguardo
come ballerini sanguinanti
tutte le sigarette
che concessi alle mie labbra
e regalai ai miei polmoni indifesi.
Mia moglie trattiene
sulla tremebonda mano
le ultime cartelle cliniche
una lacrima
scivola sull'inchiostro
è il tuonare del verdetto definitivo:
"tumore maligno"
una suora si avvicina al mio letto
e a sè stringe
la mia mano ormai rattrappita
sono sul confine
intriso di fuliggine
tra quanto sto per abbandonare
e l'incertezza di ciò che mi attende.