Ricoperto da me stesso,
lambisco serenita' apparente,
autoconvinzioni sterili e sbiadite,
provocazione tra me e l'anima.
Sudo,
gocciole salate segnano il corpo,
sudore,
non lacrime.
Piange il mio corpo ora,
piegato da un vento gelido sulle spalle.
A volte sono gli occhi,
spesso e' il mio petto,
ma quando cadono sono uguali,
stessa impronta,
stesso dolore.
Quei piccoli segni sulle lenzuola
sganciati da un aereo che perde quota,
come bombe che dilaniano la terra,
quella terra sempre affamata di pioggia,
della mia pioggia,
quella che non serve.
Quando mi asciugo,
pare di liberarsi,
di potersi redimere con quel gesto,
di potermi liberare delle grevi paure.
Cambio anche gli oggetti,
fazzoletto,
carta ruvida,
manica della camicia..
ma non funziona,
e' l'intensita' il problema.
Allora devo stare nudo,
fermo e fradicio
asciugarmi al sole o al fuoco..