Vedo in tivu', da qui', per le strette calli
in Venezia, un uomo che su tavola-surf
si muove, lento con aiuto di lungo bastone.
Sponsorizzato e ripreso tempo fa, Lui.
Poi intervistato e ancor inquadrano
la piazza San Marco, stupenda, stanca che la'
turisti apolidi, come qui, e acqua e fango.
Cosi' io seduto, stranito, a guardar confuso
nell' angolo di questo locale parlo con
amici, e, onnivoro, all' aperto, osservo.
Osservato, conversare, ascolto e ammiro,
poi bevo acqua e leggo, e scrivo ed ecco
la questione: siamo in questo momento,
reali o virtuali? A colori o in bianco e nero?
E la Piazza Signoria e' semiilluminata,
da luci forti da vetrine, case e lampade
da potenza alta e bassa,
e anche qui ancor apolidi viandanti.
Che taluni ammirano la proiezione
da un brutto monolite di immagini
di pioggia e disegni luminosi
sul Palazzo della Mercanzia, con
musica e registrazione di suoni
lenti, stanchi e tristi, come me.
Che troppo alto e ripetuto questo gioco
dopo ore, che vien di dire ad avventori
e ristoratori, in loco: non ne possiamo piu',
di questo gioco! Ed io assorbo le sensazioni
e le risvolto in parole senza metro, ora
e di nuovo mi domando: reale o virtuale?
È vero, con tutto il rispetto per l' esposizione
e il lancio pubblicitario di questo suono sono stufo
e cosi' mi alzo, saluto, e vado via!.