Spari che sfuggono a ogni nome
eppure ne hanno centomila differenti
si stendono irriverenti
sulla delicatezza d'una tavola imbandita;
affoga il pasto
nel mare infuocato di lanci d'agenzia
le immagini estraggono
il vestito della morte
il vecchio televisore
ignaro, impotente complice si rende
di un lacerante sensazionalismo;
urla la giustizia
tra le dita insanguinate
di mille delinquenti
volano fiere e indifferenti
le pagine sghignazzanti della redazione
per una storia irta di spilli
che pretende di catturare e disperdere
sangue di speranze.
S'eleva dalla scrivania
il giornalista dal petto rigonfio
sogghigno beffardo
ad attendere l'insana
irrefrenabile metamorfosi
che porta i servizi
a mutarsi in fredda auditel.
Telegiornale
mi insegni la morte
ma mai saprai
che così imparerò
a riaffermare la vita.