Mio ultimo sogno
fosti per me ribelle ma amorevole invenzione
del figlio che mai avrò
e del padre che mai sarò;
amore
per te trasformato mi sarei
nell'inafferrabilità di un'onda di cristallo
per portare acqua
al tuo scoprirti lentamente uomo,
avrei voluto scorgere il tuo sorriso
nello spumeggiare sopraffino
di una coppa di gelato
per trovare la voce della dolcezza
con cui intarsiare tra i tuoi capelli setosi
echi di favole e filastrocche
ti avrei fatto sapere
che qualcuno ti volle
poesia della mia poesia
privilegio rinfrescante
dei miei inestirpabili limiti;
avrei supplicato le montagne
di stringersi a corolla
sulle tue guance d'ebano
perchè tu ne diventassi il sole;
prostrato mi sarei
alla dea frusciante della saggezza
perchè il mio balbettante agire
diventasse roccia basaltica
del tuo schiuderti al futuro.
Ma non sono tuo padre
nulla più so essere
di un uomo che ti immaginò figlio
torno nella tana
dell'anastrofico risveglio
a inventare il giorno profumato di rugiada
in cui mi raggiungerai davvero.