Una cosa soltanto
il mio italiano senza regole
osa implorarti sanguinante;
guarda negli occhi del mio bambino
e ci leggerai la magia
dell'estasi di questo cielo brindisino;
ci vedesti scendere
da una nave mai stata nave
odoranti di una morte
incontrata eppur evitata
non seppe morderci davvero
quel giorno
il destino
quando il canto della bandiera albanese
ci salutò sciolto tra mille lacrime
e chiese tremante alla fortuna
di posarsi sulle nostre pelli.
Clandestino mi chiami
e lo urli da fetide colonne di giornale
ma Dio ci cesellò e chiamò uomini
incastonati tra i bagliori
dello stesso sole e della stessa luna:
mi vedrai, lo sai
tra infinite piantagioni di pomodori
a lasciare impronte di sudore
e tracce di svenimento
mi scorgerai con la coda
del tuo occhio borghese
a lavare piatti in qualche maleodorante cucina
mentre la pizza o la pasta
scintilleranno nel piatto tuo
e dei tuoi amici perbenisti
mi scoprirai intento
a sporcarmi con i pannolini
di tua madre, tuo padre o tuo nonno
perridargli pulizia e certezza
che non sono rimasti soli
di me, allora
mai non vergognarti
non mi chiamare
invasore che non sono nè mai sarò
quando percorrere desidero
la tua stessa strada
perchè tu la scopra anche tua
e io possa colorare il mio sguardo
della tua storia che diventa anche mia.
Se nulla di tutto ciò
ti percuoterà il cuore
fino a prostrarlo all'amore fraterno
allora soltanto
sarai tu il vero clandesitno.