mi promettesti
che insieme avremmo percorso
la strada del reciproco rispetto,
il sentiero della comprensione
accostando le labbra
alla sorgente dell'altruismo
(io avrei vissuto per te, tu per me ).
Ricordo
che mi dicesti anche
che ci saremmo sdraiati sul prato
del perfetto accordo
e che mi avresti regalato
rose alle quali, premuroso,
avresti tolto le spine
per non ferirmi.
Doveva essere il tempio
dell'amore la nostra casa
con il pergolato della felicità
ad accoglier
di notte
i nostri baci, sospiri di stelle.
Ed invece con te
ho scalato
la montagna del tuo egoismo
le cime troppo alte dei tuoi puntigli
traversato la foresta dei tuoi sotterfugi
la boscaglia dei malintesi
la brughiera dell'incomprensioni
la pianura della monotonia
mangiando le aspre bacche
dei tuoi capricci
in tradimenti continui.
Pale di mulino,
giravano a vuoto
le tue inutili parole,
mentre ti crogiolavi
sulla spiaggia dei propri tuoi comodi
ed urtava il mio parlarti
cercando di ricucire
strappi, sulla scogliera
dei tuoi musi senza ragione.
Eri diventato la mia solitudine
il mio incubo
e ti lasciai per tornare a vivere...
Ora vorrei un uomo
che taccia e non mi faccia
promesse...