La moto corre,
corre,
corre per la via di quell'asfalto rovente.
Rovente di adrenalina,
rovente di passione per il suono
senza suono
delle gomme
divorate dalla vorace strada,
del motore
dominato
da quella chioma selvaggia,
motizzante
il fruscio del vento,
nel sorpasso
per la vittoria.
Oggi sventolava l'ultima bandiera.
Oggi sventolava il tramonto della gioventù
non omologata al canone limpido
e non impavido
nella monotonia senza tempo.
Si corre,
ed hai corso,
nella fuga oltre
il limite
dell'evento,
oltre la linea
del senso.
Romba il motore,
ruggisce la ratio
nel frenetico cuore
ed
impenna la fuga
per quella strada
dal colore non più certo,
vento,
foschia
umana follia
nell'amor
per la vita.
Era il progresso,
un progresso regresso
nell'urlo del frastuono
nel silenzio
restio
alla sella
meccanica
del cavallo selvaggio
nel sentimento
mai vano
di tal tempo
avaro
di sorrisi.