Primo Ottobre duemilaundici
Un fulmine squarcia il cielo
romba il tuono e scuote la terra
percorsa da un vento di tempesta
e subitaneo appare
un radioso sorriso
ed uno sguardo sereno
Una forte quercia sfida il cielo
un esile giunco in disparte
si scioglie alle carezze del vento
chiede solo di potersi specchiare
in un tranquillo speco d'acqua
in un'anima gemella
Una grande tartaruga
dalla corazza temprata dal sole
ma dall'interno tenero
che teme il rondò delle aquile
voleva solo camminare adagio
seguire un suo corso
lasciando un grande solco
in cui far piovere piccoli semi
Infine un urlo ammutolisce
finisce l'odissea alla ricerca di se stessa
era mia MADRE