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Poesia del tempo e dell'amore sepolto vivo

È viva, è viva
e inumidisce al pianto gli occhi la memoria di te. Venti anni dopo
tuona nella sala di te flebile voce (io sempre persi gli occhi sul tuo splendido viso).
È viva,
e viva ancora ti sento come allora intenerita e vinta. Neanche se volessi
potrei dimenticarti. Allora non mi turba non averti, continuerò
a tenere libero un cantuccio del cuore
dove andarti a cercare ad ogni ricorrenza.

Oggi il ventuno del mese di marzo correndo l'anno duemilaedieci
primo di primavera, a San Marino, spianata della Libertà, seduto
al Righi in attesa di te,
dopo averti cercata, tutto un mattino cercata, per le strade antiche, per mura
merlate, per chiese introvabili dove a un muro segnammo i nomi,
dopo averti attesa e attesa ai tavolini del Righi, a pranzo, freddo di neve ancora insistente fuori
e vento di maestro a pungere le ossa
con tutti gli onori
ho seppellito questo amore ancora vivo in me
per troppo tempo vissuto, solo in me, da mille rughe segnato, vecchio incanutito,
stanco di portarlo per il mondo, tanto da lontano fino a qui portato, ossessivo
a volte, lucidi occhi votati al pianto appena a ricordare
un tratto di viso, un passo, un fiore, un gesto
di carezza.

Perché anche a un amore che non muore, per vivere ancora,
occorre dargli degna sepoltura
murarlo vivo a calce viva e mattoni.


2

Ma poi ti sento,
limpida e forte
all'altro capo del filo
a dirmi ti amo. Ecco che ti ritrovo
amore mai perduto
finalmente

 

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1 commenti:

  • Ada Piras il 05/11/2011 20:21
    Bellissima... mi è piaciuta molto.

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