L'esecranda politica
ha ancora un popolo?
Non basta esporre
cartelloni e bandiere
per costruire con slogans
una verginità stuprata.
Non basta incamiciato
o anonimi incappucciati
sfilare nelle litanie.
Il popolo la casta
un binomio divergente
disperato e permanente
una linea immaginaria
infida e fatiscente.
Servo perché obbedisce
non domanda ciecamente,
padrone perché imperversa
come farmaco inquinante.
È il lavabo del cervello
l'arronzare della mente
il belare del branco.
Se questo è il nostro mondo,
nell'altro emisfero si muore
di fame di sete di niente,
evitiamo che il sangue
generosa linfa vitale
sia acqua per qualche bonsai,
liberiamo la vista la dignità
avanziamo uniti coesi
verso una nuova realtà.
Solo con questa tensione
e lo spirito di sopravvivenza
si compirà il nostro riscatto,
nella scacchiera della speranza
daremo al Re lo "scacco matto".