Tra le macerie
di lamiere accartocciate
e di oggetti inzuppati,
una piantina
la testina
fuori tira,
e le sue foglie
aprendo,
agli occhi pianti
di quei poveri alluvionati
soavemente sussurra:
- Come le mie foglie,
che dall'oblio
di nuovo sorte sono,
così la vostra città
in ginocchio a lungo non starà!