L'aria divora
incuriosita come bimba d'avorio
timidi, scostanti segnali;
onde madri e figlie di onde
si scoprono voce tonante
da un labbro all'altro del mare
da un manto all'altro di monte;
è il mondo che lento e orgoglioso
scopre di se stesso
il sapersi ascoltare
al di là del proprio transeunte vivere,
mentre estasiato viaggia
su navi malferme di frequenze;
scalpitano segnali indiavolati
tra fili di rame impazienti
di farsi comunicazione
di vestirsi da uomini
che gridino ad altri uomini
esistiamo insieme
senza che sapessimo
di esistere l'uno per l'altro;
sì, Guglielmo,
quelle processioni traboccanti
di stazioni e programmi
portano tutte la dolcezza del tuo nome;
ascoltarle sarà ascoltarti
amarle sarà amarti
in quelle tue peregrinazioni
profumate di sempiterna scoperta
con cui scorgere ci facesti
l'amarci attraverso il sentirci.