Le mani delle donne
intrecciano conchiglie di sorprese
e s'appuntano asterischi di luna
sulle crocchie dei capelli arrotolati.
Sciolgono silenzi di vetro
al crogiolo sempre acceso delle loro bocche,
intessendo arazzi d'accoglienza.
Le mani delle donne
sanno d'ago e di filo
e cuciono stupori d'aquiloni
da annodare tra le mani dei bambini.
Quelle mani hanno ore da sbucciare
nei riflessi dei mattini
e intingono le attese
in anfore sempre piene di speranza.
Sigillano pulviscolo di solitudini
in teche di madreperla, che,
fatate, sanno mutare in sorriso la malcelata pena.
Custodiscono battiti cadenzati come torchi
per spremiture di uvaspina
per propiziare vaghezze di sospiri,
Col punto d'erba e festoni
arredano tristezze di solitudini...
e schiudono segreti scrigni di sole
nei giorni di una pioggia inopportuna.
Affastellano desideri segreti
tra le pieghe di lenzuola di percalle
Che profumano di mirto e di lavanda.
Se giovani, quelle mani,
sanno avere levità di ali
e sulle spalle incurvate dei vecchi
si chinano amorose,
per sollevare il duolo di ogni pena.
Le mani delle donne spalmano carezze
di nutella su fette d'anima fragrante.
Chiudono pietose le palpebre dell'ultimo respiro
col tocco lieve delle loro dita
schiudendo tepori di placente,
aprendo varchi ad una nuova vita.