"Donne, il cui viso ricorda antiche tele
chine sulla terra rossastra
riempiono il paniere dei frutti oleosi
che i miti ulivi lasciano cadere.
Il vento di tramontana
che quasi spacca il viso
soffia sulla stroma
ed esse, chine sul loro bottino,
si accendono il cuore con un canto
una nenia, uno stornello che pare pianto.
La lunga chioma stretta in doppi serti
è trattenuta in ampi fazzoletti,
che catturano le briciole di un sole
novembrino.
Il volo degli uccelli,
che anelano primavere lontane
fa levare al cielo lo sguardo
che, in seguito, si perde dietro un sogno.
Il vento sussurra tra le foglie amiche
parole d'amore dapprima mai udite.
e un dardo di sole ferisce il cristallino sguardo
che incarna innocenze ereditate.
Sulla terra vermiglia, qualche antica conchiglia
emana echi millenari, ed esse le guardano stupite,
che son troppo poco erudite.
Il pane in una tasca e nell'altra il rosario
attendono, celando l'ansia
che l'ave Maria risuoni per l'aria.
E il disco solare, finalmente, discende
e si colora come purpurea gota
che un sorso di primitivo
sottrae alla ruga precoce,
che in agguato, del volto,
ne vorrebbe ghermire la bellezza