Dove siete colori
che viaggiavate come fieri generali
tra i fantasmi indiavolati delle mie mani?
Mai potrò rendervi grazie, lo so
di quel privilegio estasiante
di cui dispensatori mi foste
di concedervi
all'Arlecchino incerto della mia fantasia,
sulla nave fiammante di una tavolozza;
ora più non riesco a scorgervi
non credete a chi vi dirà
che io abbia inteso celarvi
nel carcere di un buio da me non voluto;
conoscete a memoria ormai
l fruscio inquieto dei miei pennelli
li vedeste impazzire di gaiezza
quando vi fecero scoprire
la vostra identità dorata
di dipinto in potenza
sempre impaziente di farsi atto.
Nelle vostre gradazioni
riposerà per sempre
la somma delle traiettorie sfuggenti
di questo esistere per essere pittura,
di questi acquerelli
che sono fendenti invincibili
contro i dilemmi urticanti della paura.
Le mie tele
seguiteranno ad amarvi
anche se ora le mie pupille
sembrano avervi tolto il saluto
e negato ogni inchino.
È per voi, per voi soltanto,
che mi arrampico ogni giorno
sulla mia sfida di chiamarmi uomo;
non abbandonatemi.