Sentirò la mancanza d'un quadro animato
che casualmente mi fu regalato
L'incanto del fuoco che non ha prezzo
la magia, il colore, il suo effetto
Poche rare selezionate luci
la fine d'un giorno
in un resuscitato letto
Troppo lunghi i versi
come mi fu contestato
nella loro bellezza
persi nell'ingenuità
che voglion raccontare
l'onestà del cuore
che in tanti usano con crudeltà
Che sputino sui giardini di farfalle
concimati con letame primordiale!
Che spezzino pure, lance
a favore del gasolio, del catrame!
Ho spedito lontane vecchie scale
e in ferie le arruginite bilance
lasciando poi morire
il perbenismo infame!
Niente di più bello
che lasciarsi ascoltare
Sentirsi morire ogni notte
con la stanchezza nelle spalle
d'un amore che non ha presunzione
come un fiore che nasce senza preavviso
distante da ogni desiderio
e che nessuno ha volutamente deciso
Ora ascolto usignoli notturni
Canta storie, tu, musa rincoglionita
che cresci col passare dei giorni
ancora una volta viva, ringiovanita
Ormai non c'è vita dove tu non torni
ogni volta più desiderosa e accanita
Le cantavi esili e presuntuose le tue lodi
legandome a te con dei stretti nodi
Dato a me il compito di sciogliere
per poi nel caro mondo cogliere
Potrei parlare di quel che gira intorno
ma quanto universo si scopre ogni giorno!
Non c'è riposo nel mio vivere
nella notte la mia vista cerca ancora
dove l'occhio non può arrivare
Richiesi solamente una folle bora
per incespicar in questa vita
ed avere poi il dono della quiete
Guardarla in lontananza
e crederla possibile
Un sogno che non sia irraggiungibile
Godermi il gusto della distanza
ed assaporare, così...
l'amaro dell'invivibile