Agili, le tue mani
scioglievano il nodo
dell'inverno,
il grumo di pianto
nella gola.
Seduzione di sole
la carezza che schiude
i nidi e poi le tane
e fa fiorire i crochi nelle aiuole.
L'approdo esplicitato
esplode con la cascata di glicini
al balcone.
È tempo di riporre l'arcolaio
che aggomitolò
la stagione delle nevi.
Il tuo nome sa di acque torrentizie,
il tuo nome riconduce sembianze
dell'albero silvestre
che fiorisce ai margini del fiume,
domicilia presso la polla sorgiva.
Si fonde ancora
sogno e incantamento,
con un sol canto,
il tuo nome e il vento.