Nel meriggio assolato
quando il bosco scherza
e con le felci ruzzola la ghianda,
dietro il leccio resto ad aspettare
quando il merlo ed il fringuello canta.
Il croco al narciso vanta gli amori di Giove,
danza il picchio sul ginepro in fiore,
sulle anemoni balla la farfalla rosa,
tace ogni cosa, respira il tempo
e piove il sole tra le foglie in festa.
Abeti e cedri guardano incantati,
resta immobile il ghiro,
il tasso raccoglie profumata
la gioia che sente la sequoia
e immobile resto ad osservare
con gli occhi presi dagli eventi.
Non senti nulla in quel momento,
neanche il vento se soffiasse forte,
neppure i cavalli della morte,
aspetto e basta non sapendo cosa.
Un’angoscia di gioia mi sovrasta
d’illusione, attesa o forse noia;
intanto si sposa il sole con la luna,
nessuna visione curiosa
senno e sottobosco invade,
la notte cade e mi fa cenno
che si dorme.
Altre forme veste il croco,
il leccio ed il narciso,
bisogna andare
mi sveglio e smetto di sognare.
(2005)