username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

In ricordo di Mino Reitano

Li troverai tutti
nel ruscello immacolato della mia voce
quei passi fieri da emigrante
che camminarono lievi e tempestosi
sulle corde della mia prima chitarra.
Grazie, terra di Calabria
che culla di marzapane mi fosti
perchè del tuo profumo mi cospargesti l'anima
fino a ritrovarti
tra le mie lacrime imperlate di nostalgia
quando il treno
di una speranza che fende le miserie
mi prese la mano
fino a lasciarmi in Germania;
sai, Fiumara
le note non sono mai abbastanza grandi
da poter essere il ritratto di un cuore
ma non sono mai così piccole
da non saper inondare d'amore.
Questo mio "cuore che ti amava tanto"
presto dovette abbandonarti
ma urlare sempre sa
con voce che va oltre la voce
la lietezza inestirpabile
di scoprirsi italiano.
Ragazzo,
prendi la mia stessa chitarra
il mio amarti davvero
è avervi lasciato cento illusioni
perchè tu le scoprissi
e ne facessi canzone
in un luccicante tempo delle more;
imparerai da te,
lo so
che la musica che sai amare tu
ti offrirà nella vita
una ragione di più.

 

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

1 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Anonimo il 13/03/2014 13:10
    Ho finito proprio adesso di postare un commento ad un amico dove ho disquisito sull'impianto poetico della sua poesia, che mi sembrava abbastanza prosastica, come ritengo sia la tua. Sostengo sempre, anche se grandi poeti hanno contestato in passato il metodo classico di comporre poesie rispettando la metrica, che una poesia, pur scritta in versi liberi, deve conservare un minimo di parvenza poetica cercando di mantenere un ritmo ed una forma che si avvicini di più alla poesia che alla prosa. Ma se mi sono soffermato sulla tua poesia, che ritengo non banale ed ho anche apprezzato, è perché sono stato per diversi anni amico dei Reitano in quanto da giovane avevo messo in piedi un gruppo teatrale a Reggio Calabria, dove ho vissuto da giovane, ed i Reitanto, ancor prima che fossero famosi, venivano con me a suonare nei teatrini rionali della mia città. Adesso in Luglio ci sarà una manifestazione a Piombino ed un amico mi ha invitato a presentare una poesia sulla vita di Mino ed ho deciso di presentare, con un amica che suona la chitarra ed il sassofono, una specie di storia parlata-musicata sulla vita di Mino, ripetendo proprio la scaletta che tu hai illustrato nella tua poesia, ed intitolandola "Il ragazzo con la valigia"! Ho voluto socializzare con te questa mia esperienza perché ritengo possa essere gradita anche a te che sei un fans delle canzoni di Mino.

11 commenti:

  • Anonimo il 13/03/2014 13:25
    A CRISTIANO COMELLI
    Quando andavo a casa dei Reitano, al quartiere Santa Caterina di RC, Mino era un ragazzino di 13-14 anni e già suonava il pianoforte ed il violino. Di questo ne sono certo. Poi ho visto in scena che suonava anche altri strumenti. Ma la vocazione per la musica pervadeva tutta la famiglia. Infatti, il gruppo iniziale si chiamava "Franco Reitano and his brothers". Franco era il fratello più grande e suonava il pianoforte, ed anche lui è morto (in pratica in casa Reitano sono morti il fratello più grande ed il più piccolo). Insieme a loro c'era un ragazzo, Franco Minniti, che non era fratello ma loro lo consideravano tale che suonava la chitarra ed anche il clarino. A Reggio Calabria avevo organizzato all'inizio degli anni '60 una grande manifestazione al Teatro Comunale ed i Reitano erano con me. E forse sono stato il primo a farli salire su un grande teatro e di questo ne sono felice. Di quella manifestazione ho ancora le foto e Mino si dimenava come un forsennato perché in quei tempi andava di moda il Rock end Roll e lui cantava molte canzonette di quel genere che allora imperavano tra i giovani della mia generazione. Ho voluto aggiungere questa testimonianza perché penso sia gradita ai fans di Mino che, come sostiene qualcuno, aveva un alto senso della famiglia che oggi si è completamente perso perché si stanno rincorrendo falsi modelli di modernità ed anche la parità, intesa in senso di rivendicazione fine a se stessa, sta producendo più danni che benefici non solo ai coniugi ma anche all'idea stessa di famiglia. E bisognerebbe cominciare a ripensarci perché senza famiglia non si va da nessuna parte.
  • Bruno Briasco il 06/12/2011 21:56
    Magari quel giornalista avesse la fantasia ma soprattutto l'entusiasmo per la vita che ha avuto il grande Mino. Deriso, compatito, a volte anche beffato, ma la sua carica era contagiosa... per chi possedeva un cuore senza preconcetti. Un abbraccio Cristiano e... ancora bravo!
  • cristiano comelli il 06/12/2011 21:51
    grazie infinite, Bruno, sei sempre gentilissimo. Aggiungo un particolare su Mino; mi risulta che abbia sempre dato grande importanza alla famiglia, tanto che anche le sue canzoni portavano spesso la firma anche dei suoi fratelli, e che sapesse suonare assai bene non solo il pianoforte e la chitarra ma anche il violino e la tromba. Insomma, un polistrumentista. Ricordo ancora con disprezzo quel giornalista che affermò che la canzone Italia era "di una bruttezza perfetta". Mino cantò quella canzone con vero, autentico cuore di italiano. E personalmente, ogni volta che la sento, mi commuovo. Sarò stupido ma è così. Cordialità.
  • Bruno Briasco il 06/12/2011 21:46
    Una grande dedica ad un grande uomo... Negli ultimi tempi lo deridevano perché non hanno saputo cogliere l'aspetto interiore di Mino. Bravo Crostiano!
  • cristiano comelli il 02/12/2011 15:27
    Il grande Mino, un tempo, disse una grande verità: "chi ha conosciuto l'emigrazione sa in modo particolare cosa voglia dire amare il proprio paese d'origine".
    Si parla sempre di Modugno come alfiere della canzone italiana nel mondo oppure di Ramazzotti e della Pausini. Mai di Mino Reitano che, quando ha cantato all'estero, sempre al primo posto ha messo la sua fiera italianità.
    Io, da cittadino italiano, di questo lo ringrazierò sempre. Come ringrazio voi dei commenti lusinghieri che invio idealmente al cielo a Mino perchè ne sappia fare una canzone con gli angeli con "quel cuore che amava tanto". Cordialità.
  • Vincenzo Capitanucci il 02/12/2011 12:47
    Bellissima Cristiano come sempre... ci fai attraversare molti aspetti della Vita... proponendoci vari personaggi e luoghi.. della musica.. del canto... dello Sport.. di Santi.. che hanno dato Sole alla nostra vita... con bellissimi e profondi versi..

    le note non sono mai abbastanza grandi... per essere il ritratto di un cuore... ma mai troppo piccole.. per inondare d'Amore...
  • Anonimo il 02/12/2011 12:13
    bravo cristiano... era una bella persona leale ed onesta...
    conosco persone che hanno avuto il privilegio di averlo conosciuto... un cuore grande come dice anna... complimenti
    carla
  • cristiano comelli il 01/12/2011 23:58
    Mi emoziona ancora risentire Mino che canta "Italia", una canzone ingiustamente bistrattata dalla critica i cui velenosi commenti seppe superare con la forza della sua ugola da italiano fiero e orgoglioso di essere tale. Mino mi invita sempre a riscoprire l'orgoglio dell'italianità e anche solo per questo sento di doverlo ringraziare, dovunque ora si trovi. Cordialità.
  • Vito Bologna il 01/12/2011 23:36
    Bravissimo, bella dedica complimenti
  • karen tognini il 01/12/2011 21:35
    Bravo Cristiano...
    mi è sempre stato simpatico.. aveva un sorriso genuino.. di quelli veri.. belli...
  • Anonimo il 01/12/2011 21:20
    "avevo un cuore che ti amava tanto" l'ascoltavo alla radio, ero così giovane... grazie dei bei ricordi che mi hai regalato e di questa poesia d'amore per un cantante che rimane ancora nel cuore. Le stelle sono 5, per te!

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0