Perbacco e perbacco,
Uffaaaaaaa, fibrillo...
Con fare bislacco
non taccio, strillo!!
Un cavallo bianco
all'albero legato,
un cavaliere stanco
tutto innamorato.
Deposta quella sella,
gettati gli speroni,
accantonata la stella,
impazziti i neuroni.
Forse un poco duce,
od una donna squillo,
niente ormai si ricuce,
forse anche caudillo.
Col cervello castrato,
il pensier solo a quella,
coll'animo imbambolato,
ed il cuor tutto a frittella.
Passati i tempi d'inverno,
e giunta tanta primavera,
l'oblio ha effetto d'eterno,
parte una nuova corriera.
Un pulman sgangherato,
percorrerà la nuova valle,
un posto brutto, prenotato,
chiuse le porte, rotte le balle.
Corri corriera, tira dritto dritto.
Insegui le nubi da tempesta,
non c'è più nemmeno il diritto,
di pensar una cosa e far festa.
Era un sogno, tutto innaturale,
erano giorni di grande fantasia,
sol distanze da spazio siderale,
s'impossesaron della vita mia..
E vai vecchia odiata carcassa,
con poco cuore e sentimento.
Cupo il suono della grancassa.
Persa è la voce in questo vento...
La presenza non è neppur rada.
È l'assenza che fa da contorno.
Le rondini sono qui sulla strada.
E taccio, taccio. . È un altro giorno!