Padre mio,
Ora che le maniglie d'ottone
Sono calde come
La tua pelle levigata dal tormento
Piove.
Tra i sonagli di un'estate
Il tuo profumo è diventato quello
Di una zappa secca
All'angolo del ricovero.
La terra dispettosa e
L'acqua indifferente
Hanno segnato il tuo corpo
Che adesso è
L'acero del giardino.
Non arrenderti
Le colonne del tempio
Non invecchiano e
Se scomparissero io
Sarò pronto a raccontarle.