Ogni volta che sogghigni
del nostro ignaro sorridere
pugnali l'essenza del tuo vivere.
Non osservarci
con la severità inebetita
di un vecchio e ormai esausto maestro
mentre in corridoi
umidi e abbandonati
giochiamo a volare
come gli aerei e gli uccelli
a cantare usando per microfono
lo spazzolone del bagno;
vogliamo solo essere vita
come siamo stati cesellati vita;
matti, dici tu,
illudendoti di ferirci
con il tuo vocabolario
sciabordante di presunzione
ebbro della normalità suicida
del tuo insano lacerarci;
ci vedrai rincorrerci tra noi
mentre intoniamo i versi dei passeri
ti regaleremo
la magia che solo sa comprendere
chi addestra la sua malferma vita
ad amare di vero amore
i nostri sguardi
persi soltanto
se ti arresti alla nostra superficie.
Non conosciamo
il dolore pugnalante dell'abbandono
perchè la notte
sappiamo colloquiare con la nostra solitudine
e ci lasciamo dire dalle sue carezze
che lei sarà sempre ad attenderci
per farci scorgere vita degna.
E se ci risucchierà
l'autodistruttiva tentazione
delle labbra di un balcone spalancato
nel filo del nostro ultimo fiato
ti aspetterà la nostra storia
pronta a regalarti per sempre
il senso di quel nostro essere
che sempre ti abbiamo rivelato
ma su cui i tuoi occhi hai serrato.