picchiettano sterili parole
come sassolini che picchiano
contro vetri di una finestra chiusa
estenuante la tua presenza
nella frustrata ricerca d'attenzione
tic, tic... tic
non disturbare la mia quiete
perpetuo invisibile ronzio
inevitabile continuità
d'un umido lenzuolo d'afa notturna
tic, tic... tic
giusto il desiderio lo scroscio
d'un improvviso furibondo temporale
a travolgere puerili vizi
e gonfiate esondazioni
d'inutili borie e protagonismi
tic, tic... tic
sordo d'orecchio
osservo moschifere petruzze
che s'avvicendano ritmiche
nella noia ch'accompagna
iperbole, costante differenza
di distanza tra idiozia e cuore
tic, tic... tic
un piedistallo di cartone
sorregge il tuo busto scolpito
in atavico marmoreo sterco
e, d'hussar, la plasmata idea
ben ti rappresenta finto e greve
tic, tic... tic
sorridi sincero
amico triste
godi della vita per ciò che è
e non per ciò
che non sei stato
tic, tic... tic