Sole notte e giorno,
luce nel mio inverno,
fine al sadico letargo
in cui rifugiarmi odio,
e che impedisce qualsiasi azzardo
ad un sospirato podio;
schiudo le mie palpebre
e attraverso le tenebre
vedo il mio astro
soffocato dal fumo
che brucia rossastro
e non lo vede nessuno,
così raccolgo le mie
più remote forze
e inseguendo pazzie
anniento le nostre
inutili paure,
assurde autocensure,
conquistando poi
un posto per noi.
Il cielo è ora
più che mai vermiglio
ma poi si scolora
e dentro a un giaciglio
sbadiglio,
sbadiglio.